Anche l’insegnante di questa volta ci chiede di presentarci. Lei, del resto, mica ci conosce. E allora iniziano le classiche presentazioni didascaliche e fredde, compresa la mia nella quale provo a mettere in fila le varie cose che faccio, dove ho studiato, chi sono.

Quando la forma si fa sostanza: in effetti sono biografie che sembrano liste della spesa.

E allora l’insegnate ci chiede di rivoltare il punto d’osservazione e di scuotere un po’ questo edificio freddo che abbiamo appena eretto uno di fronte all’altro.
Rispondi alla domanda: chi sei? Ma davvero. Anche se sai già che non risponderai mai fino in fondo (perché rispondere fino in fondo significherebbe fare la guerra con se stessi e non è mai un buon modo per iniziare una giornata).

Eppure qualcosa esce fuori.
Dopo qualche giorno rileggo le poche frasi che ho scritto a quell’esercitazione e vedo la forma diventare sostanza.

«Malgrado una certa sicurezza dimostrata, sono spesso coi piedi sulla soglia fra il fuori e il dentro. E un po’ mi piace abitare lì dove tutto deve passare.
Sulla soglia leggo molto, scrivo pagine e canzoni che ho spesso paura di inquinare rendendole pubbliche. Mi faccio sorprendere dalla bravura degli altri.
Osservo».

Roma, sabato 11 novembre 2017

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Saverio Mariani

Author Saverio Mariani

Laureato in Filosofia ha svolto ricerca a Macerata, Napoli e Roma, salvo tornare sempre nella sua Umbria dove c'è il silenzio giusto per suonare le sue chitarre. Ha scritto saggi per riviste scientifiche, un libro su Bergson (ETS, Pisa 2018), alcuni racconti usciti su Minima&Moralia e varie altre cose. Sua madre dice che compra troppi libri, per l'Istat è un lettore forte.

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